Effettivamente esiste quello che viene chiamato “junk food” o cibo spazzatura, cioè quel cibo confezionato, di scarso valore nutritivo e alto contenuto energetico (snack, merendine o dolci ricchi di grassi , zuccheri e sale) ed esiste un cibo più etico e più rispettoso della nostra salute e delle nostre tradizioni, penso ai prodotti locali della nostra terra, al cosiddetto chilometro zero. Le scelte individuali possono essere dannose soprattutto se legate alla mono-tematicità: una dieta ripetitiva, che esclude dei cibi o ne privilegia solo alcuni, alla lunga diventa noiosa e rischiosa e talora è il presupposto per carenze nutritive e spesso è alla base dell’obesità in età evolutiva.
Cosa c’è nel suo frigorifero? Cosa non manca mai? Lei fa tutto lo sport che i medici predicano ai loro pazienti di fare?
La dieta chetogenica è una delle diete alla moda per il fatto che molti cantanti, attori e personaggi famosi dei social media ne sono testimonial. In realtà è una dieta ideata molti anni fa, nata per la cura di epilessie scarsamente responsive agli usuali trattamenti, che si è poi dimostrata efficace anche in altri ambiti medici, ad esempio nel trattamento dell’emicrania o di altre patologie neuro-degenerative. Per quanto riguarda l’ambito strettamente nutrizionale ne abbiamo esempi “spontanei” in alcune popolazioni che seguono una dieta prevalentemente a base di proteine; una di queste è quella degli Inuit, cioè gli Eschimesi delle coste americane del Polo Nord, che sono quasi completamente carnivori. Per noi abituati ad un consumo, forse anche eccessivo, di carboidrati può sembrare certamente un’esperienza “extracorporale” e comunque abbastanza innaturale. Spero di essere chiara nel cercare di spiegare il funzionamento della dieta chetogenica. Si chiama così perché l’organismo in assenza dell’apporto di carboidrati è indotto a generare e consumare corpi chetonici che sono un prodotto della degradazione del grasso corporeo. I chetoni sono un “super carburante” per l’elevato contenuto energetico e ciò spiega il fatto che non si avverta nessun sintomo di stanchezza durante questo tipo di dieta che pure è molto restrittiva (600-800 Kcal al giorno), anzi.
Per ottimizzare la riuscita del programma dietetico è necessario assumere una quota sufficiente di proteine, variabile da individuo ad individuo, per evitare la degradazione di quelle corporee, più un supplemento di proteine che assicura una produzione di carboidrati sufficiente alle necessità dell’organismo. Inoltre poiché negli alimenti proteici che usualmente assumiamo (carne, pesce, formaggi) le proteine sono “sposate” con i grassi (l’unico “separato in casa” è l’uovo!), per aumentare l’efficacia del calo ponderale e la rapidità della perdita di grasso corporeo, utilizziamo dei prodotti dell’industria solo-proteici, privi cioè sia di carboidrati che di grassi. E’ poi necessario integrare questo tipo di alimentazione solo-proteica con integratori e sali minerali e soprattutto con alcalinizzanti per contrastare l’elevata acidità urinaria che si viene a creare. Altre raccomandazioni riguardano il consumo di liquidi e la quantità di olio di oliva da assumere. Ovviamente questi cibi modificati hanno un costo, che può aggirarsi intorno ai 300 euro per un programma di trattamento di circa 2 mesi, se utilizziamo prodotti più palatabili e complessi. Il costo può essere inferiore se usiamo prodotti costituiti da proteine solubili, che sono però sono generalmente meno graditi, forse perché la dieta risulta un po’ più ripetitiva e quindi noiosa.
Siamo invasi da prodotti miracolosi ovunque. Lei cosa pensa di beveroni, barrette, té tisane e altri intrugli simili?
Non ho alcun tipo di pregiudizio verso quello che l’industria propone, anzi. Abbiamo prove di dimostrata efficacia dei pasti sostitutivi, non solo sotto forma di alimenti complessi maggiormente appetibili, ma anche sotto forma di semplici bevande o barrette, che consentano un adeguato apporto proteico. L’unica accortezza è nell'evitare il “fai da te” perché i rischi di questi approcci dietetici devono essere ponderati e considerati alla luce di esami ematici di laboratorio e in base alla presenza di eventuali patologie concomitanti, quindi sono riservate ad una prescrizione medica o alla supervisione di un nutrizionista.